Giacomo Leopardi, il primo amore
Chi fu il primo amore di Giacomo Leopardi? Ebbe una fidanzata? Queste e altre domande si fanno spesso sulla vita del grande poeta di Recanati. Conosciamo la donna alla quale andarono le sue prime attenzioni…
BIOGRAFIE DEGLI AUTORI
Carla Lattanzi
5/8/20245 min read
Chi fu il primo amore di Leopardi?
Chi fu il primo amore di Giacomo Leopardi? Ebbe una fidanzata? Queste e altre domande si fanno spesso sulla vita del grande poeta di Recanati. Conosciamo la donna alla quale andarono le sue prime attenzioni…
11 Dicembre 1817: Recanati si avvolge nel suo consueto torpore invernale. Le viuzze della piccola città marchigiana giacciono immobili sotto un cielo plumbeo, mentre una carrozza avanza con eleganza discreta verso il palazzo dei conti Leopardi.
All'interno della dimora austera, il giovane Giacomo, diciannove anni appena compiuti e l'anima già gravida di versi mai pronunciati, scruta dalla finestra della sua biblioteca. Tra le mani stringe un libro di poesie di classici greci, ma i suoi occhi cercano vita nel mondo esterno. Ed ecco che la vede scendere: Gertrude. Cugina di suo padre, ventiseienne, avvolta in un mantello scuro che ne esalta il portamento signorile. Qualcosa nell'aria trema. Il poeta, che fino ad allora ha amato solo l'infinito dei suoi pensieri, sente per la prima volta il battito sordo di un cuore che scopre l'abisso del desiderio umano.
Mi sono permessa di romanzare un po’ l’arrivo della donna che per prima riceverà le attenzioni di Giacomo Leopardi. Ma torniamo al giovane poeta… A diciannove anni, Giacomo Leopardi ha trascorso la gioventù praticamente confinato in casa, sempre dedito ai suoi studi, spesso in compagnia dei fratelli e del prete che gli fa da precettore, sorvegliato dal padre Monaldo perché non abbia distrazioni o non frequenti persone giudicate inadatte a lui.
Grande è il suo desiderio di incontrare giovani donne e di intrattenersi con loro, ma non si sono presentate occasioni, salvo qualche fugace scambio di parole e sguardi con Teresa Fattorini, la figlia del cocchiere di casa Leopardi, ricordata poi nella celebre poesia A Silvia, oppure con Nerina, la cui identità non è nemmeno sicura.
Nel mese di dicembre 1817 però in casa Leopardi arriva una notizia: Gertrude Cassi Lazzari, ventiseienne nobildonna pesarese cugina di Monaldo, viene in visita a Recanati e si tratterrà per qualche giorno, in occasione delle feste di Natale. Ci racconta Leopardi che
"arrivò in casa nostra, aspettata con piacere da me, né conosciuta mai, ma creduta capace di dare qualche sfogo al mio antico desiderio, una signora pesarese nostra parente piuttosto lontana, di ventisei anni, col marito di oltre a cinquanta" .
Gertrude quindi è sposata: non è una possibile fidanzata per Giacomo. Però è comunque una distrazione dalla monotonia della sua vita e gli offre l’occasione di parlare con una donna. Giacomo si trova davanti una bella ragazza "alta e membruta, lineamenti tra il forte e il delicato, occhi nerissimi, capelli castagni, maniere benigne" come annota nel Diario del primo amore, una serie di ricordi molto precisi sulle sensazioni che il giovane prova in questa nuova esperienza.
Mentre soggiorna nel palazzo dei Leopardi, Gertrude si intrattiene con i ragazzi giocando a scacchi e conversando, da donna intelligente e curiosa qual è. Giacomo ne è affascinato. Dopo aver desiderato da più di un anno parlare e conversare, come tutti fanno, con donne avvenenti, ha finalmente l’occasione di interrompere questo digiuno imposto dalla solitudine.
Gertrude arriva di giovedì sera. Il venerdì, durante il giorno, Giacomo la guarda ma in modo distaccato, per il gusto di osservare un volto bello; poi la sera, i fratelli giocano a carte con la signora. Giacomo li invidia molto, vorrebbe unirsi al gruppetto ma è costretto a giocare a scacchi con un’altra persona. A quel punto ci si mette d’impegno: vuole vincere per attirare l’attenzione della bella dama, che aveva affermato di amare gli scacchi pur non sapendo giocare. Lo stratagemma sembra funzionare: finito con le carte, Gertrude chiede a Giacomo di insegnarle gli scacchi, dei quali impara in fretta le regole. Giacomo così apprende che la signora si fermerà anche il giorno dopo. Puntuale, il giorno dopo gioca di nuovo agli scacchi con lei, finché non viene richiamato dalla madre Adelaide. Interrompe questa esperienza con dispiacere, perché finalmente “io, per la prima volta avea fatto ridere con le mie burlette una dama di bello aspetto, e parlatole, e ottenutone per me molte parole e sorrisi”.
Che tenerezza fa questo impacciato diciannovenne, mentre si rallegra che le sue battute facciano effetto e gli facciano arrivare dolci parole e sorrisi!
Della cena che segue dice “i discorsi della Signora mi piacquero assai, e mi ammollirono sempre più; e insomma la Signora mi premeva molto”. Nonostante questi momenti piacevoli, Giacomo nelle ore successive si sente inquieto e non capisce perché.
"Mi posi in letto considerando i sentimenti del mio cuore, che in sostanza erano inquietudine indistinta, scontento, malinconia, qualche dolcezza, molto affetto, e desiderio non sapeva né so di che, né anche fra le cose possibili vedo niente che mi possa appagare".
Seguono pagine di acuta analisi delle proprie sensazioni e dei movimenti del proprio cuore. A poco più di diciannove anni era capace di scandagliare l’animo umano come pochi. Sogni agitati, notti insonni, inappetenza, distrazione, incapacità di studiare…il nostro poeta attraversa tutto il ventaglio di esperienze che ogni adolescente ha provato quando si è innamorato la prima volta.
"Se questo è amore, che io non so, questa è la prima volta che io lo provo in età da farci sopra qualche considerazione; ed eccomi di diciannove anni e mezzo, innamorato".
La Cassi si trattenne due giorni e tre notti in casa Leopardi: arrivata la sera del giovedì, ne ripartì la domenica mattina 14 dicembre di buon’ora, mentre Giacomo e gli altri fratelli erano ancora a letto. Giacomo quella notte rimase sveglio a lungo e addormentatosi sognò sempre, come in preda alla febbre, le carte, il gioco, la signora. Svegliatosi prima che facesse giorno, sentì passare i cavalli, poi arrivar la carrozza, poi andar gente su e giù.... si accorse che gli ospiti si preparavano a partire, ed aspettò un buon pezzo coll’orecchio teso, credendo che da un momento all'altro scendesse la signora, per sentirne la voce l’ultima volta; e la sentì. Né gli dispiacque la partenza, perché prevedeva che avrebbe dovuto passare una triste giornata, se i forestieri si fossero trattenuti.
Il Diario inizia il 14 dicembre, appena partita Gertrude, e finisce il 23 dicembre 1817. Si chiude con un’annotazione del 2 gennaio 1818 dove Giacomo dice che nessuno sa della sua passione, che ha confidato solo al fratello Carlo, e che gli durano ancora nell’animo “le vestigia evidentissime degli affetti passati”.
Ecco qua il primo amore di Giacomo Leopardi.
Certo, non è stato l’inizio di una relazione. Gertrude, che sciocca non era, si sarà certo resa conto del fascino che esercitava sul giovane parente. Ma era sposata e chissà se, anche essendo libera, avrebbe mai preso in considerazione Giacomo. Sposarsi tra parenti era comunque pratica consueta all’epoca, specialmente tra le famiglie nobili che evitavano così di disperdere il patrimonio e restavano all'interno di conoscenze consolidate, con pochi rischi. Anche Monaldo e Adelaide, i genitori di Giacomo, erano consanguinei. Alcuni biografi hanno attribuito a questo fatto le morti precoci dei tanti figli dalla salute malferma che misero al mondo…
Nessuna relazione, dicevamo. Ma di certo per Giacomo la conoscenza di Gertrude fu una rivelazione, e gli fece compiere i primi passi nel terreno incerto dell’amore.
"E veggo bene che l'amore dev’esser cosa amarissima, e che io purtroppo (dico dell'amor tenero e sentimentale) ne sarò sempre schiavo."
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